(Castelfranco
Veneto 25.03.1927 – 1.11.2016), donna politica
di Rita Frattolillo
La biografia di Tina Anselmi è l’esempio
di una vita spesa esclusivamente al perseguimento e alla realizzazione degli
ideali e dei valori di un cattolicesimo socialmente e politicamente attivo,
teso a migliorare la qualità della società tutta. La sua è una figura
importante della Storia e della politica italiana.
Nata in una famiglia veneta cattolica, madre casalinga e
padre aiutante farmacista con idee socialiste al punto da essere perseguitato
dai fascisti, la giovane Tina studia senza interessarsi di politica fino al
giorno in cui è costretta, con altri ragazzi dell’Istituto magistrale di
Bassano del Grappa, ad assistere all’impiccagione, per rappresaglia, di oltre
trenta prigionieri da parte dei nazifascisti. E’ il 26 settembre 1944, e da
quel momento decide di entrare nella Resistenza. Preso il nome di battaglia
“Gabriella”, diventa staffetta nella brigata Cesare Battisti, poi passa al Comando regionale veneto del
Corpo volontari della libertà. Finita la guerra, si iscrive all’Università
Cattolica di Milano, dove si laurea in Lettere, e, nello stesso tempo, prende
parte alla vita del partito della Democrazia Cristiana. Concilia la professione di insegnante
elementare con l’impegno di attivista sindacale nella Cgl fino a quando non
passa alla Cisl, dopo la sua fondazione,
nel 1950.
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La giovane Tina "staffetta" |
Dalla fine degli anni Cinquanta la carriera politica di Tina
Anselmi conosce un’accelerazione incredibile:
scelta dapprima (1958) come incaricata nazionale dei giovani della
Democrazia Cristiana, l'anno successivo
entra a far parte del Consiglio nazionale. Nel 1963 viene eletta nel comitato
direttivo dell'Unione europea femminile, e nello stesso anno ne diventa vicepresidente. Abbandonato
l'incarico di rappresentante dei giovani della DC, nel 1968 viene eletta
deputata per il partito nella circoscrizione Venezia-Treviso. Nel corso del suo
lungo mandato parlamentare fa parte
delle commissioni Lavoro e previdenza sociale, Igiene e sanità, Affari sociali.
Si occupa molto dei problemi della famiglia e della donna: si deve a lei la
legge sulle pari opportunità.
Dal 29 luglio 1976 è ministra del Lavoro e della previdenza
nel governo Andreotti III: un fatto storico, perché l'Anselmi diventa la prima
donna ministro in Italia. Dopo quest'esperienza è anche ministro della Sanità
nei governi Andreotti IV e V, diventando tra i principali autori della riforma
che introduce il Servizio Sanitario Nazionale.
Dopo la sua nomina spiega che “La presenza femminile in
politica nei posti cosiddetti di potere non serve soltanto alle donne, serve a
migliorare la qualità della società. Per tutti”.
Ai giornalisti che le pongono domande sulla sua attività
politica, risponde:
«Quando
le donne si sono impegnate nelle battaglie, le vittorie sono state le
vittorie per tutta la società . La
politica che vede le donne in prima linea è politica d’inclusione, di rispetto
delle diversità, di pace.»
Nel corso dell'VIII Legislatura (1981) viene nominata
presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2 di Licio
Gelli; i lavori dureranno ben quattro anni.
Il settimanale satirico "Cuore", nel 1992, propone
Tina come candidata per la presidenza della Repubblica, ricevendo anche il
sostegno del gruppo parlamentare La Rete; lo stesso anno è costretta, però, a
lasciare il Parlamento dopo essere stata inserita in un seggio perdente da
Arnaldo Forlani. Quando arriva il momento di eleggere il nuovo presidente della
Repubblica, alcuni mostrano di simpatizzare per la sua candidatura, ma di fatto
i prescelti sono altri, e Tina allora commenta:
«Come
mai le donne, che paiono aver tanto bisogno di identificarsi in un modello
femminile, poi non ci votano? Credo che le ragioni siano di due tipi. Primo,
noi ci rifiutiamo ai meccanismi di selezione tradizionali, fatti con metodi
duri e spietati che le donne non possono condividere. Clientelismo, spese
altissime di organizzazione dei consensi e cosi via. In questo siamo più
deboli, perché stiamo all'interno di una logica politica più seria. Poi,
abbiamo meno appoggio dai partiti. L'esame, nei confronti delle donne, è più
severo, e non finisce mai. Gli uomini possono permettersi qualche passo falso.
Per noi, al primo sbaglio è finita.»
Nel 1998 la Anselmi riceve l'onorificenza di “Dama di gran
croce dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana”.
Nel 2004 si attiva per diffondere il libro "Tra città di Dio e città dell'uomo. Donne
cattoliche nella Resistenza veneta", che contiene un suo saggio,
mentre due anni più tardi una campagna
mediatica che prende le mosse dal blog intitolato "Tina Anselmi al
Quirinale" ripropone la sua candidatura a presidente della Repubblica. Nel
2007, invece, Tina è la madrina del sito web "Le democratiche", nato
per aiutare le donne a contare su una presenza significativa in occasione delle
primarie del Partito Democratico.
Nel 2009 all'ex ministro viene assegnato il "Premio
Articolo 3" a riconoscimento dell'attività svolta nel corso della sua
vita, da giovanissima staffetta partigiana a "guida esemplare della
Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Loggia P2", oltre che come
"madre della legge sulle pari opportunità".
Nel 2016 viene celebrata la sua figura con l'emissione di un
francobollo emesso il 2 giugno, in occasione della festa della Repubblica: è la
prima volta che viene dedicato un francobollo a una persona ancora in vita.
Tina Anselmi si spegne all'età di 89 anni nella sua città
natale, Castelfranco Veneto, il 1° novembre 2016. In quell’occasione il
presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ricordato la sua figura
di “partigiana, parlamentare, ministro
di grande prestigio, il suo limpido
impegno per la legalità e il bene comune”.
Emma Bonino, rievocando il viaggio del 1978 in Cina della
delegazione italiana tutta al femminile composta da lei, giovane politica,
Susanna Agnelli, Dacia Maraini, e Tina Anselmi, racconta di essere rimasta
colpita dal grande spessore umano di Tina, attenta a dare spazio alle giovani,
pur se su fronti politici diversi, e pronta ad accettare le diversità delle
posizioni. Una grande donna, il giudizio espresso dall’esponente radicale.
Rita Frattolillo©2017 tutti i diritti riservati.
Bibliografia e siti consultati:
La Tribuna di Treviso, 1°novembre 2016, E’ morta Tina Anselmi, prima donna ministro italiana;
Luisa Bellina, M. Teresa Sega (a cura di), Tra la città di Dio e la città dell’uomo: donne cattoliche nella
Resistenza veneta, Treviso, Istresco, 2004;
www.9colonne.it, Tina Anselmi, vita di
un ministro al femminile;
http://storia.camera.it/deputato/tina-anselmi-19270325
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