di
Barbara Bertolini
(Montorio nei Frentani,
Molise 1915 – Pescara 2007), cantante lirica
E’ una notte lunghissima,
l’ultima trascorsa a fissare nella mente tutti i particolari della casa dove è
venuta alla luce. Da domani, infatti, non la vedrà più. L’armadio di legno
massiccio, il comò della nonna, i comodini alti con la rifinitura in marmo, la
tenda ricamata, ogni dettaglio è guardato e riguardato per non dimenticarlo. Le
poche cose che possiede sono tutte sistemate in una piccola valigia ai piedi
del letto. Affianco, suo fratello Costanzo si muove nervoso tra le lenzuola,
anche lui ha avuto una notte agitata, con bruschi risvegli.
L’alba li coglie
eccitati, tristi e timorosi allo stesso tempo. Tra poco zio Vincenzo e zia Lina
li accompagneranno fino a Larino per prendere il treno per Campobasso, poi un
altro treno per Napoli e poi… e poi glieli hanno raccontati mille volte i
particolari di quel viaggio: «C’è una nave grande, ma grande come tutta Via dei
Mille qui a Montorio. E’ bella, con tanta gente quanta voi non ne avete mai
visto in vita vostra. Vedrete quando si staccherà dal molo e vi porterà
lontano, ma così lontano che il motore della nave girerà per notti e per giorni
prima di spegnersi». Costanzo, che malgrado i suoi 10 anni ha già un corpo
armonioso, forte come una roccia, è affascinato da questi racconti e non si
stanca mai di ascoltare: «E poi, quando arriveremo è vero che ci sono delle
case lunghe che toccano il cielo, e delle macchine che ci portano dappertutto e
un treno che va sottoterra? E’ vero, zi’ Nicola?»
Intanto è su due
muli che la piccola comitiva composta da mamma Carmela, il piccolo Costanzo e
Eleonora fuggono l’atavica miseria del Molise alla ricerca del sogno
americano. Il padre è già lì ad attenderli. Si è sistemato a Brooklyn, ha
lavorato duro ed è riuscito ad affittare due piccole stanze per accogliere la
famigliola. Però, man mano che si
allontanano dal paese, il cuore dei tre emigranti si gonfia di strazio. Non
vogliono più partire, non vogliono più lasciare i loro affetti, i volti amici,
anche le misere case, le colline che ai loro occhi, fino a quel momento, non avevano
avuto importanza e che all’improvviso acquistano un significato di stabilità e
di certezza. Camminano e piangono, in silenzio. Zio e zia cercano di
consolarli, ma nessuna parola può raggiungerli adesso, adesso che è scoccata
l’ora del definitivo addio. «Addio amici, addio case, addio paese, addio anche
a te, mulo, che mi stai accompagnando sulla via della mia nuova vita!»
L’America è
davvero sconvolgente, ma non è uguale ai loro sogni, perché non se l’erano
immaginata così, con gente che parla un’altra lingua, con tanta confusione, con
negozi pieni d’ogni ben di dio, ma soprattutto perché si rendono subito conto
che il benessere è per gli altri, non per loro. Miseri erano e miseri restano
nell’opulenta America.
Mamma Carmela è
una donna intelligente e le basta poco per capire come va il mondo; così
invoglia i suoi figli ad andare a scuola perché intuisce che chi impara la
lingua inglese ottiene un migliore “job” rispetto agli altri.
Eleonora va ormai
per i suoi 14 anni (è nata nel 1915) ed è diventata davvero una bella ragazza.
Da quando è in America si fa portare tutte le domeniche a Broadway. I locali
pieni di luci e le ballerine l’affascinano. Anche lei vuole imparare la danza,
soprattutto quella spagnola, e chiede di frequentare una scuola non troppo
lontano da casa. «Non se ne parla
proprio», dice il papà che ragiona
ancora alla molisana maniera e che ha altre ambizioni per la figlia. Ma la
mamma, che segretamente ammira anche lei quel mondo, finisce per trovare un
compromesso: «Ci vai, se ti porti
Costanzo». E’ vero, il fratellino è un inciampo, ma sempre meglio lui che non
andarci per nulla, ragiona la bella moretta.
Anche se non
diventerà mai una grande ballerina, Eleonora non dovrà pentirsi di quella
scelta. Come non se ne pentirà Carmela Bucci che vedrà i suoi figli calcare le
scene dei più grandi teatri del mondo.
Infatti, a
diventare un grande ballerino, anzi il re del flamenco, spagnolizzando il suo
nome in José, sarà proprio Costanzo. Mentre Eleonora, diventerà famosa con il
nome di Norina…
Ma andiamo per
ordine. Dopo un anno di frequenza di danza spagnola, mamma Carmela si vede fare
una proposta inaspettata dall’insegnante: far continuare i corsi di danza a
Costanzo e, invece, iscrivere Eleonora ad una scuola di bel canto. Il piccolo
Costanzo, che all’inizio si divertiva imitando i movimenti della sorella,
finisce per appassionarsi alla danza. Infatti, sembra essere nato ballerino, ha
un fisico prestante e i gesti e il portamento di un torero, che fanno della
danza spagnola la più maschia delle danze. Eleonora, invece, non ha la
scioltezza necessaria per il ballo ma anche lei è elegante nel tratto ed ha una
voce davvero bella. Anche stavolta spetta alla molisana convincere il marito a
pagare i corsi per i figli, non senza fatica, soprattutto per Costanzo. «Nu
figlio ballerino, ma che se semo fatti lu night!».
Un tenore
italiano è il primo maestro di Norina, alias Eleonora. Antonio Moratto è un duro che crede nelle
capacità della giovane. Venuto dalla gavetta, sa che per raggiungere una certa
perfezione bisogna lavorare sodo sulla voce. E il nostro tenore non risparmia
la giovane molisana, sottoponendola per sei anni ad un intenso studio di piano
e di canto (fino a dieci ore al giorno) per creare, dice, “le fondamenta di un
vera artista che sa esprimere con la propria voce i sentimenti dell’essere
umano”.
E Moratto ha
ragione perché riesce a trasmettere alla sua allieva tutti i segreti del bel
canto.
Norina ha 22 anni
quando debutta con successo all’Hippodrome di New York nella Traviata, nel
ruolo di Violetta. A distanza di poche settimane sarà la Mimì nella Bohème, poi Aida, Santuzza
in Cavalleria Rusticana, passando da un'opera all'altra senza difficoltà,
cantando per nove mesi consecutivi, con rappresentazioni settimanali e,
talvolta, con due, tre opere a settimana. Un tour de force che le attirerà i
consensi della critica e la lancerà definitivamente nel mondo della lirica.
Scrive di lei
“L’Italia di Chicago”: «Fresca come una
rosa, nella primavera dei suoi 22 anni, Norina Greco, soprano drammatica, la
stella rinomata scoperta dal Commendator Gallo ha interpretato in modo insuperabile
e meraviglioso Santuzza, dando prova di robustezza, fermezza e melodia senza
pari nella voce, colorando le arie della espressione dei modi e di grazie che
sono tutte sue personali».
La fama cresce sempre più. È richiesta nei più
grandi teatri lirici del mondo, soprattutto in America Latina (Argentina e
Brasile).
Nel mondo dello
spettacolo la consacrazione della carriera arriva sempre per una défaillance
altrui. La cantante del momento che va per la maggiore a New York è Stella
Ramon. Siamo nel 1940, la Ramon deve dare uno spettacolo nel tempio della
musica americana, il Metropolitan Opera di New York. Purtroppo per lei e per
fortuna di Norina, la soprano, in tournée per il mondo, non arriva in tempo per
la rappresentazione. La molisana è chiamata a sostituirla: un trionfo. Da
allora in poi si spalancano le porte del successo.
Dà concerti in Europa ed in America e canta
con i più grandi tenori del tempo, come Gigli, Del Monaco, Galliano Masini, Di
Stefano, Fedora Barbieri, Bruna Castagna Pinza, Rossi Lemeni ecc.., sotto la
direzione di Toscanini, Tullio Serafis, Ferruccio Calusio e altri.
E’ così presa
dalla sua carriera che la vita personale passa in secondo piano. Il fratello
José, alias Costanzo è ormai affermato nel mondo della danza spagnola e, anche
lui, è sempre in tournée per il mondo per portare i suoi spettacoli, lui è
anche scenografo, e si è sposato.
A 48 anni cambia
la vita di Norina che conosce in Italia, dove soggiorna a lungo, un avvocato di
Boston di origine italiana, Joseph Nobile. I due si sposano e la cantante si
trasferisce nella città del marito, dove eserciterà l’attività di insegnante
sia alla Chaloff school of music, sia all’Academy of european language poiché
la nostra cantante, oltre al bel canto, può insegnare italiano, spagnolo e
francese. Conduce anche un programma radiofonico musicale alla Wbos. Ormai i
lunghi viaggi delle sue numerose tournées l’hanno sfiancata ed è arrivato il
momento per lei di svolgere un’attività
più sedentaria, tanto più che Joseph sa trasmetterle quella calma e serenità che
lei non aveva mai avuto, troppo presa dalla sua effervescente carriera.
Ma quella sarà
solo un breve pausa di otto anni, poiché nel 1971 il marito muore.
A questo punto Norina decide di raggiungere la
mamma che vive a Pescara. La piccola cittadina adriatica diventerà la sua
residenza definitiva. Ora quello che importa per la cantante lirica è seguire
suo fratello che è sempre sulla breccia e che ha anche una vita sentimentale
molto movimentata: tre moglie, e
altrettanti figli. Per la cantante i
migliori momenti sono quelli che trascorre con loro e quelli dove raggiunge
Montorio, il paesello lasciato tanti anni fa. José Greco muore la notte di
capodanno del 2000 a Lancaster, in Pennsylvania. Una morte
davvero singolare poiché a causare la sua fine è un poliziotto che lo strattona
in un vagone per un semplice diverbio di assegnazione di posti. Per le ferite
riportate durante quella colluttazione morirà in ospedale pochi giorni dopo.
Il fratello Josè Greco, ballerino di flamenco |
Questa è la più
grande amarezza per la cantante molisana che ormai vive dei suoi ricordi: quasi
un secolo di vita trascorsi sui palcoscenici dei più prestigiosi teatri del
mondo e migliaia di fans che hanno ammirato non solo la sua voce, ma anche i
modi cortesi, la gentilezza e la generosità, immortalandola e definendola una grande
dama della lirica. Muore serenamente nella sua casa pescarese all’inizio del
2007.
Barbara
Bertolini, © 2014 Tutti i diritti
riservati
Bibliografia:
Abbiamo
intervistato la cantante per la realizzazione del dizionario Molisani, milleuno profili e biografie,
ed. Enne, Campobasso 1998. Inoltre, i numerosi ritagli di giornali nazionali e internazionali che l’artista ci ha mandato, li abbiamo consegnati alla
Biblioteca Albino di Campobasso.
S.f, s.d, “La
Voce del Popolo di San Francisco”, Felicissimo
debutto di Norina Greco, la nuova stella che sorge nell’arte lirica.
Storey Smith Warren, “Butterfly”, “Aida” on bill, “The Boston Sunday Globe”, novembre
1938.
Morse Jones Isabel, “Aida” continues Opera Saison ad Philarmonic, “Los Angeles Times,
10 gennaio 1939.
Smith Cecil, Superb
“Tosca” presented by San CarloCo. Norina Greco Exciting in Title Role, “Chicago
Sunday Tribune”, 20 ott. 1940.
Wobbe A. James, Cast
of “La Boheme” Given Ovation By Opera lovers, “The New Orléans Item, 12
aprile 1940.
s.n., Teatro Municipal, Maria Tudor, “Jornal
do Brasil”, 8 agosto 1942.
s.n, Norina Greco
alla Radio con un programma domenicale, “Il Progresso italo-americano", 8
dicembre 1964.
Su internet alla voce " Norina Greco" si trovano tanti files e si possono sentire dischi delle opere da lei interpretate come, per esempio:
Tacea la notte placida...
Tacea la notte placida...
Ho diverse sue foto autografate (ed un paio del fratello)
RispondiEliminaPotrebbero interessare il Comune di Montorio nei Frentanti (Campobasso) se decide di fare una manifestazione su di lei... BB
EliminaHo diverse sue foto autografate (ed un paio del fratello)
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